
Stamani un brutto mal di testa mi immobilizza a casa poi con il passar del tempo il cerchio che mi opprimeva le meningi si fa più blando, meno opprimente e mi permette persino di finire un gran bel libro che mi trascinavo da un pò (Un uomo, O. Fallaci), poi il desiderio di evasione dalle accoglienti ma piccole mura domestiche mi fa uscire a fare una passeggiata di qualche chilometro. La mia scarpinata mi porta fino al lungo mare di Vibo Marina, a passeggiare per il porto di Santa Venere mi gusto gli odori del mare, il parlare di due ragazze che ripetono la lezione su Freud, ma anche e soprattutto il fermento che caratterizza un posto come questo.
I primi turisti si affacciano per le strade, si moltiplicano i capelli biondi di origine teutonica, i negozi si rinfrescano nell'aspetto e i bar montano i i tavoli e gli ombrelloni fuori il locale. Nonostante il paese non sia proprio votato al turismo, il vento d'estate è arrivato, il paese si è svegliato dal torpore invernale e il vociare dei bambini riempie un silenzio troppo lungo e troppo strano.
Qui nessuno sembra accorgersi che a Napoli oggi si è consumata un'altra farsa politica o che in Cina migliaia di persone sono ancora sotto le macerie, a parte la conquista del 16esimo scudetto interista tutto sembra fuori dal tempo e dal contesto odierno. Si ostentano magliette a maniche corte, infradito, occhiali da sole e canne da pesca, tutti con la voglia d'estate, tutti con il desiderio di un tempo più leggero e spensierato. Tutto ciò mi piace mi fa evadere e mi rende spensierato, mi fa fare uno strappo alla mia dieta e mentre sorseggio un'aranciata penso a comprarmi un bel paio di mocassini...
Naturalmente... vento d'estate (Max Gazzè Niccolò Fabi)
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