Se il primo gennaio 2008 mi avessero detto come avrei trascorso il capodanno seguente non ci avrei creduto, li avrei presi per matti.
Se non fosse che è il primo che passo in Arabia Saudita, questo capodanno doveva essere anonimo, invece si è trasformato in un'avventura, in un'esperienza che ti fa dire: "Questa è da raccontare!" e lo voglio fare, ve la voglio raccontare.
Dopo una gitarella ad Al Khobar, verso le 19.00 ci accingiamo a percorrere i 330 km che ci portano al nostro campo di Khurais. Eravamo in otto, quattro per fuoristrada, giunti a 40 km dal campo, perdiamo l'uscita e decidiamo di proseguire fino all'altra strada (rigorosamente sterrata) che si collega alla strada statale che stiamo percorrendo, così d'arrivare all'impianto da un'altra parte, attraversando il deserto!
Dopo aver percorso 10 km e aver superato due accampamenti di beduini (il primo tradizionale con le tende e il recinto in corde, il secondo con containers e vasche in pvc) decidiamo di seguire una pista che va in direzione dell'accampamento, sperando di arrivare presto alle luci all'orizzonte, ma ci sbagliamo, la prima traccia che prendiamo ci porta ad un pozzo e il piazzale si trasforma in un ottima location per sgommare sulla sabbia e alzare un polverone enorme!!
Presi dall'entusiasmo torniamo alla strada sterrata e scegliamo di prendere un'altra traccia, dopo un divertente rally notturno sulla sabbia arriviamo ad una stazione di pompaggio nei pressi del campo, ma la strada che abbiamo imboccato muore così ci fermiamo a guardare il cielo stellato e per decidere cosa fare, dopo qualche minuto si avvicina un arabo con i vestiti tradizionali, il guardiano, e ci chiede cosa ci facciamo li, subito chiediamo aiuto.
L'uomo con una tunica araba ma con un ottimo inglese, ci indica la strada e ci dice di arrivare fino alla rete che delimita la zona dell'impianto, li secondo le sue indicazioni avremmo trovato chi ci avrebbe aperto un cancello e fatto entrare nell'impianto.
Giunti al cancello nessuno pare disposto a farci entrare nessun uomo si affaccia, decidiamo di costeggiare la recinzione nella speranza di trovare un varco; ci lanciamo sul tracciato accanto la rete. Dopo il secondo chilometro aumentiamo la velocità e con essa il numero di sobbalzi e scossoni, proseguiamo ancora per altri 5 km di safari notturno, e l'impianto che prima era sulla nostra destra adesso è alle nostre spalle, praticamente ci siamo persi. Ci fermiamo giriamo le auto per tonare indietro e quello che temevamo succede: ci infossiamo!! il nostro Land Cruiser sospeso sulla sabbia non ne vuole sapere di uscirne.
Passa un quarto d'ora e riusciamo a tirare fuori il nostro fuori strada, torniamo dal nostro amico Arabo, stavolta lo convinciamo a venire con noi, ci porta al cancello e chiama qualcuno, nessuno risponde allora comincia a tirare sassi contro una baracca in lamiera, ma niente nessuna risposta, dopo qualche tentativo si infila sotto il cacello e si dirige al box metallico.
Esce un indiano infreddolito, grassottello e spaventatissimo che ci apre il cancello e ci lascia passare, l'orologio segna le 23.30 e tutto si conlude con tante risate.
Il capodanno è passato siamo tutti allegri e ci raccontiamo di nuovo le scene salienti della nostra avventura, il veglione con la sua tristezza sembra lontano siamo pronti per riprendere a lavorare in questo 2009.
3 commenti:
Divertente perdersi nel deserto così...A-punto
Riesci a perderti anche in pieno deserto, anche dopo l'aiuto dell'arabo...per la prochaine chiedete l'aiuto da casa, e noi con google maps vi riporteremo al campo base!!!!
Saluti...
A volte il perdersi è molto più utile che l'aver tutto sotto controllo, ti permette di apprezzareti e apprezzare chi da casa ti indirizza con google maps.
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